mercoledì 21 ottobre 2015

Capitolo VI (46 - 54)


#46 – Ha funzionato!

(Presente, stazione dei Custodi, sala del comando)

Il Consigliere entra nell'ufficio dell'Anziano.

- Anziano, il suo piano ha funzionato! Non riuscivamo a leggere la mente del soggetto perché vi era come una sorta di blocco che soltanto l'entità pare abbia il potere di rimuovere. Ed è ciò che ha fatto: adesso stiamo riscontrando la presenza di due tracce energetiche distinte nella gabbia in cui è rinchiuso l'umano.
- Come immaginavo! L'entità è convinta che si tratti dell'Eletto e farebbe qualunque cosa per risvegliarne i poteri, anche a costo di fargli rivivere l'evento che lo ha spinto ad oltrepassare la linea temporale.
- Anziano, non mi sembra molto felice della cosa. Non era ciò che voleva?
- Apprezzo il tuo entusiasmo, ma la fazione dei Custodi che vorrebbe liberarlo incomincia a fare troppe pressioni e l'entità potrebbe essere presto una minaccia.

#47 – Non è successo davvero!

(2014, appartamento dell'uomo)

È trascorsa una settimana dal suicidio della sua ragazza e l'uomo non è più uscito di casa: sporcizia e disordine sono ovunque. Ad un tratto bussano al campanello, ma non risponde. Il postino lascia una lettera sotto la porta.

Andate via, lasciatemi in pace, non voglio vedere nessuno. E non so cosa farmene dei vostri telegrammi di condoglianze. L'editore è stato l'unico onesto: ha detto che mi sbatterà fuori se non tornerò al giornale lunedì prossimo. Si fotta, lui e anche tutti gli altri.

Qualche ora più tardi, l'uomo apre la busta e legge la lettera.

La tua ragazza è ancora viva. Ti aspetto all'istituto.

#48 – Il vecchio istituto

(2014, orfanotrofio abbandonato)

L'uomo guida per ore come in uno stato di trance: rivedere la donna che ama è l'unica cosa che gli importi davvero. C'è una persona ad aspettarlo dinanzi al cancello dell'istituto, ormai abbandonato.

- Sorpreso di vedermi qui?
- Direttore! I genitori adottivi mi raccontarono che eri morto, non capisco...
- Lo so, ma ci sono molte cose che devi ancora conoscere prima di poter capire...
- Rispondi prima ad una domanda: anche lei è viva?
- Sì, ma incontrarla non sarà facile...
- Sono disposto a tutto pur di rivederla!
- Ne sei sicuro?
- Sì!
- Allora vieni qui, devo mostrarti una cosa...

#49 – Il macchinario, quello vero!

(
2014, orfanotrofio abbandonato)

Il Direttore estrae il macchinario da una borsa.

- Ricordi questo? Era sul camino del salotto di casa tua, prima che arrivassi all'istituto...
- Non l'ho mai visto prima...
- Lo immaginavo. La tua memoria fu cancellata nel tentativo di evitare che i poteri si manifestassero ancora e che gli Scout ti rintracciassero, ma non ha funzionato. Non del tutto, almeno.
- Scout? Poteri? Di cosa stai parlando?
- Quella degli esploratori è un'organizzazione segreta di cui il tuo padre naturale faceva parte prima che nascessi. Mi raccontò il suo passato perché eravamo amici; forse ero l'unico amico che avesse e credeva che un giorno ti avrei potuto aiutare.
- Mi accennasti alla vostra amicizia poco prima che lasciassi l'istituto.
- E ti consegnai una busta.
- Non so che fine abbia fatto, ero solo un bambino allora.
- Probabilmente è ancora a casa dei tuoi genitori adottivi.
- È tanto che non torno alla fattoria, andai via di casa poco prima che loro morissero.
- Delle brave persone, mi bastò una telefonata perché venissero di corsa all'istituto. Ci tenevano ad avere un altro figlio, ma erano agli ultimi posti della graduatoria per via della loro età.
- Cosa conteneva la busta?
- Una lettera. Ti scrissi di non avere paura, di tuo padre e tua madre e che un giorno ci saremmo incontrati di nuovo. Ed è successo, proprio come mi era stato predetto.
- Ancora non mi hai detto cosa è l'oggetto che hai in mano, e quali sarebbero i miei poteri?
- Questo è il macchinario, quello vero!

#50 - Solo un sogno?


(2014, orfanotrofio abbandonato)

Il Direttore consegna all'uomo il macchinario.

- Tieni, prendilo tu.
- A guardarlo non sembra nulla di speciale.
- Lo è, invece. Fu tuo padre a recuperarlo un anno prima che nascessi, ed è anche la ragione del suo cambiamento. Senza l'oggetto che hai tra le mani, non sarebbe mai diventato consapevole del suo destino.
- Ti prego, dimmi che è un maledetto incubo, che domani mi sveglierò e troverò la mia ragazza accanto a me.
- È tutto dannatamente reale, purtroppo. Ma non sei da solo, non lo sei mai stato in realtà.
- Non c'è più nessuno nella mia vita...
- Avevi solo sette anni, ma dovresti ricordare quella notte in cui ti ritrovasti in giardino, in mezzo alla neve...
- Per tutti questi anni ho pensato fosse stato un sogno.
- I sogni sono una porta verso l'infinito cui apparteniamo. Quella notte mi dicesti di aver ascoltato una voce: lei è sempre stata con te.
- La voce?

#51 - Un eroe?  

(2014, orfanotrofio abbandonato)

- Sogni, macchinari, ricognitori, voci: adesso basta! La mia ragazza è viva o no?
- Sì che lo è, ma devi ascoltare tutta la storia per poterla rivedere. Tuo padre aveva una missione, e anche tu...
- Sono solo un uomo qualunque, lo capisci o no? E forse lo era anche il mio padre naturale.
- Ti sbagli, era un eroe...
- E cosa fece di così eroico, sentiamo...
- Scelse di proteggerti a costo della propria vita. Sapeva che, presto o tardi, ti avrebbero trovato...
- Ah, i fantomatici Scout...
- Sì, proprio loro, ma questo sarcasmo è fuori luogo. Immagina un padre disposto a perdere per sempre il proprio figlio pur di salvarlo, lo trovi divertente?
- Non lo è. Ma anche io ho perso la persona che amo, e anche la memoria di quanto mi è accaduto prima che arrivassi all'istituto: le tue potrebbero essere solo favole. Anzi, scommetto che lo sono!
- Sapevo che sarebbe stato difficile, ma non sino a questo punto. Ascoltami, te lo dico per l'ultima volta: è tutto dannatamente vero! La tua memoria fu cancellata nel tentativo di inibire i tuoi poteri; se si fossero manifestati ancora, gli esploratori ti avrebbero rintracciato e catturato.
- Perché un bambino era così importante da attirare l'attenzione di un'intera organizzazione segreta?
- Per la loro sete di conoscenza: erano convinti che vi fosse una relazione tra te ed il macchinario. Ed è la verità. Ciò che non sanno è che è il dispositivo a scegliere con chi interagire, e quando. Nessuno ne ha davvero il controllo, ad eccezione de 'la voce'. Neppure tuo padre ne capì mai i segreti, ma riuscì a costruirne uno quasi uguale, persino nell'imitazione del codice governativo che vi era stato impresso dallo scienziato che lo stava studiando per conto dell'esercito. I militari lo ritrovarono nell'appartamento di Nikola Tesla, dopo la sua morte, e ritenevano fosse una sua invenzione, ma ha un'origine antichissima.
- Ti prego, non sono interessato ad una lezione di storia! Piuttosto, per quale ragione ne fu costruita una copia? E come fai ad avere quello originale?
- Quello vero era nella valigia che tua madre preparò poco prima che venissi a prenderti. Eravamo appena arrivati all'istituto quando fui informato della morte dei tuoi genitori. Non so cosa accadde esattamente, ma so che il piano funzionò perché nessuno ti cercò più, almeno per un anno, quando tornarono a manifestarsi le tue abilità.
- Non è molto materno mandare il proprio figlio in un istituto...
- Una madre è disposta a questo ed altro per amore. Credo anche che si sarebbe potuta salvare se fosse fuggita, ma non volle lasciare anche l'uomo che amava.
- Adesso cosa ti aspetti che faccia? Mi spiace della loro morte, dico sul serio, ma come sentire la mancanza di qualcuno che non hai mai conosciuto? Intendevo qualcuno di cui non se ne ha memoria. E poi, se avessi dei poteri magici, potrei riportarli in vita o viaggiare nel tempo impedendo che tutto ciò accada. La verità è che io il tempo lo sto perdendo con un vecchio pazzo.
- Capisco la tua rabbia, ma non ti servirà. Non ora, e non quando sarà il momento di scegliere: è necessario che tu sappia di cosa sei capace davvero. Seguimi, il rifugio non è molto lontano da qui.

#52 – Addestramento

(2014, rifugio del Direttore)

Sono trascorsi alcuni giorni dall'incontro all'orfanotrofio abbandonato.

- Cosa è successo stamattina al fiume?
- Vuoi conoscere il motivo per cui non sei annegato?
- Anche, ma prima di tutto la ragione per cui mi hai spinto in acqua.
- Dovevo farti reagire.
- Rischiando di farmi affogare?
- Sapevo che il tuo istinto ti avrebbe salvato.
- Non ho capito come ho fatto a ritrovarmi pochi secondi dopo dall'altra parte della riva.
- È questo il tuo problema: hai troppa fiducia nella tua parte razionale! Sai che le scelte dettate dall'istinto si rivelano spesso più corrette di quelle ponderate? Comunque, la dislocazione è solo uno dei poteri che possiedi.
- A saperlo prima, avrei potuto seguire più notizie per quel giornalino di merda per cui scrivevo.
- Non scherzare!
- Non è che adesso ci ritroveremo circondati dagli uomini in nero? Ah, scusami, si chiamano Scout.
- Questo territorio è stato schermato con la loro stessa tecnologia: non possono trovarci qui.
- Seriamente, ma tutto questo cosa c'entra con la mia ragazza?
- Il mio compito è addestrarti, solo quando sarai pronto 'la voce' tornerà da te. Sarà lei a riportati dalla donna che ami.
- Dovrei anche credere alle vocine? Non sono più uno dei bambini del tuo fottuto istituto!
- Magari lo fossi, un bambino intendo: avevi soltanto tre anni quando, per recuperare un giocattolo, sollevasti l'albero di Natale con la sola forza del pensiero. È stato allora che tuo padre mi raccontò la sua storia.

#53 - Natale del '77

(1977, casa dei genitori naturali)

Il Direttore è a casa dei suoi amici e vede improvvisamente sollevarsi a mezz'aria l'albero di Natale. Un bambino di tre anni ride divertito.

- Mai visto nulla di simile! Tua moglie dice sempre che vostro figlio è speciale, ma non pensavo così tanto.
- Devi promettermi che non dirai a nessuno ciò che hai visto. Ci sono degli uomini disposti a tutto pur di trasformarlo in una cavia da laboratorio.
- Sono vostro amico da prima che nascesse, non potrei mai fare qualcosa che metta in pericolo la sua vita, ma devi comprendere che adesso ho bisogno di sapere la verità.
- Lo sai che la conoscenza ha un prezzo? E spesso è più alto di ciò che si pensi.
- Sono pronto!

Fidati di lui, un giorno salverà tuo figlio!

- Hai sentito anche tu?
- Sì, lei è 'la voce' ed è l'entità che mi ha portato sin qui. La persona che vedi dinanzi ai tuoi occhi non sono davvero io. Un tempo ero un uomo diverso, e non solo nell'aspetto. Mia moglie ha deciso di amarmi lo stesso, pur conoscendo il mio passato, ed è l'unica persona di cui mi sia potuto fidare, almeno sino ad oggi.
- Aspetta, una verità per volta, altrimenti mi scoppia la testa!
- Hai ragione amico mio, mettiti comodo, vuoi qualcosa da bere?

#54 – Un altro te, un altro me?

(2014, rifugio del Direttore)

Fu allora che io e tuo padre stipulammo un patto: ci saremmo protetti l'un l'altro e mi sarei preso cura di te se gli fosse accaduto qualcosa. Non sono riuscito a salvarlo, purtroppo. Anzi, sono stato io ad essere salvato grazie a lui.
Stai parlando di come sei sopravvissuto al tuo stesso suicidio?
Sì. Gli Scout trovarono davvero il cadavere di un uomo identico a me, ma proveniva da un'altra linea temporale: un altro me, ma assassinato con un colpo alla testa poche ore prima, forse in una rapina.
Un'altra linea temporale? Un altro te? Mi sembra d'impazzire...
Lasciami finire. Fu 'la voce' ad operare lo scambio dei corpi, dandomi così la possibilità di portare via il macchinario ed iniziare una nuova vita. Io mi limitai a sparare un colpo fuori la finestra affinché, sentendo il rumore, tutti mi credessero morto. Ed è stata lei ad informarmi che la tua ragazza era morta e che era giunto il momento di addestrarti.
Ho trascorso con te molto tempo, ho ascoltato le tue storie, ho provato con tutte le mie forze a credere che fossero vere, ma mi sembra tutta una follia.
Non lo è. Ascolta, prova ad immaginare che ogni scelta crei una diversa linea temporale, o realtà alternativa, se preferisci. Hai presente il paradosso del gatto di Schroedinger?
Non sono mai stato molto bravo nelle materie scientifiche, ma avevo un bellissimo gatto rosso quando vivevo nella fattoria; va bene, la smetto, continua...
La tua ragazza è ancora viva, ma in un'altra linea temporale. Il problema è capire quale sia stata la scelta che ne ha determinato la sopravvivenza. E il macchinario non ti servirà: i tuoi poteri sono stati risvegliati, anche se non credi ancora in te stesso.
Se quanto dici sulle realtà alternative è vero, esiste anche un altro me che è riuscito a fermarla prima che si gettasse nel vuoto.
Purtroppo no. Hai il dono dell'unicità perché il tuo destino è troppo importante: è questa l'eredità del tuo padre naturale.
Vuol dire che non ho mai avuto la possibilità di scegliere? Che tutto quanto mi è accaduto doveva succedere e basta? Che la mia ragazza era destinata a morire? E me lo chiami dono? Bella eredità che mi ha lasciato il paparino.
Non ti permetto di parlare così di tuo padre! Quanto è successo ha una ragione...
Già, rendere la mia esistenza un inferno...
No, affinché tu un giorno possa spingerti ad oltrepassare i confini della vita. Ciò darà luogo ad una serie di eventi che cambieranno il futuro di tutti quanti noi: tutto è già accaduto, futuro compreso! Forse ti ho raccontato anche troppo, ma so che adesso il mio compito è terminato. Ricorda, verranno momenti in cui penserai di essere da solo, soltanto tu e la notte, ma sarà allora che verrà in tuo aiuto l'entità. E sarà lei a guidarti in questo viaggio.
È un addio?
Temo di sì.
Allora tienilo tu questo coso, non lo voglio, mi ha già rovinato la vita abbastanza.