martedì 10 novembre 2015

#77 - Il processo (I)


(Presente, stazione dei Custodi, sala del comando)

L'Anziano è nella sala del comando, al cospetto del direttorio e anche dei Custodi della fazione che ancora lo sostiene. L'ex capo della stazione avverte la presenza dell'entità, che non tarda a manifestarsi ancora.

Eccolo il mio bambino sperduto. Ti ho fatto condurre qui affinché tu possa ascoltare quanto ho da dire ad ognuno di loro. È tempo che si conosca la verità.  Cari confratelli, in origine, io e l'Anziano avremmo dovuto governare insieme: a lui il governo di quanto orientato all'ordine, a me quello del caos. Ed è stato così, almeno sino ad un certo punto della storia, la vostra storia. Ma fui tradito e gettato nel fuoco eterno che alimenta il nucleo centrale di questa stazione perché non volli condividere con lui la visione ultima delle cose. L'Anziano non poteva sapere, però, che è esattamente questo ciò che doveva accadere. So che ci sono alcuni di voi in questa sala che provano del rancore nei suoi confronti, ma le azioni di chi vi ha comandato sino ad oggi sono state necessarie al compimento della profezia. Non è quindi l'odio il sentimento che voglio che proviate nei suoi confronti. E non è l'odio il sentimento che mi lega a lui. Questa è una storia d'amore, non di odio. Era poco più di un bambino quando lo salvai dal suo pianeta morente: lo crebbi come un figlio, pur sapendo che un giorno avrebbe agito contro di me. E fui io a scrivere la profezia e costituire il vostro Ordine, scegliendovi ad uno ad uno affinché deste vita al Collegio. Se non avete più memoria di chi sia stato quando avevo ancora una dimensione materica è perché l'Anziano ha cancellato gran parte dalle vostre memorie. In questo modo gli è stato più facile avere il controllo su ognuno di voi. Adesso è tempo che venga ripristinato l'equilibrio, ma ciò dipenderà dalla scelta che compirà quest'uomo!

L'uomo ha ascoltato le parole dell'entità e non resiste dall'intervenire con forza.

- La profezia, la missione da compiere, l'ordine, il caos: ma ti rendi conto che hai reso un inferno la mia vita e quella delle persone che ho amato? Sono solo un essere umano, non posso portare sulle spalle il destino dell'universo.
- Ho scelto te proprio perché sei un umano, una creatura in grado di amare a tal punto da oltrepassare i confini della vita.
- Ma questa è la tua storia, non la mia!
- Ti sbagli, dalla scelta che compirai dipenderà anche il futuro della tua esistenza.
- Non si era detto che a me non è stato mai concesso di poter scegliere?
- Non sino ad oggi.
- Allora mi sia permesso di ascoltare cosa ha da replicare l'Anziano. Non so come funzioni qui, ma dalle mie parti abbiamo una cosa chiamata processo.

L'Anziano viene condotto al centro della sala.