mercoledì 11 novembre 2015

#78 – Il processo (II)


(Presente, stazione dei Custodi, sala del comando)

Il portavoce del direttorio concede all'Anziano la facoltà di replicare alle accuse.

Fratelli! Grazie per avermi liberato, e grazie anche a chi in questa sala avrebbe preferito che rimanessi segregato per sempre in una cella. Ho ascoltato le parole dell'entità, e chiunque al mio posto sarebbe ora accecato dal desiderio di vendetta. Nulla di più lontano da me. È grazie a tutti voi, nessuno escluso, che ho compreso quanto pericolose siano le menzogne di questo essere. Osservate il diagramma dell'allineamento ormai impazzito: è davvero l'equilibrio che desidera? Farvi arrendere al suo volere, buttare all'aria millenni del nostro incessante lavoro, ecco cosa vuole realmente. E per cosa? Per vendicarsi di me! Vero, fui io a gettarne il corpo nel nucleo, ma solo perché compresi quanto malefiche fossero le sue reali intenzioni. Vero, ero un bambino su di un pianeta morente quando mi raccolse. Non vi ha raccontato, però, che era tra i responsabili della sua distruzione. Vero, mi allevò, ma solo affinché, una volta istruito, potessi essere complice delle sue azioni, plagiato a tal punto da non comprendere più il confine tra bene e male. Vero, sono stato io a dirvi che un Custode, per adempiere alla propria missione, deve ragionare al di là del bene e del male, ponendosi così al servizio di un interesse superiore. Ma fu per proteggervi che cancellai dalle vostre menti il ricordo dei tanti errori commessi perché ingannati dall'entità: non potevo permettere che continuaste ad agire sotto il suo malefico influsso. Tuttavia, il momento è così drammatico che occorre fare appello a quella parte in ognuno di noi che, per troppo tempo, abbiamo sacrificato per il benessere di miliardi di creature in tutto l'universo: il cuore. Lì c'è la verità, e nessuno potrà cancellarla!

L'Anziano si interrompe per guardare negli occhi, ad uno ad uno, tutti i 12 Custodi.

Mai avrei voluto essere al vostro cospetto, fratelli miei, scorgendo nei vostri occhi il sospetto che sia io il cattivo della storia. Ciò mi ferisce enormemente, e ancor di più la consapevolezza del dolore ingiustificato che ha provato questo uomo. Anche se molti di voi ne sono convinti, costui non è l'Eletto, ma solo l'ennesima vittima dell'entità che un tempo fondò il nostro Ordine. Ed è comprendendo il male subito da quest'uomo, infinitamente più grande di quello patito da me, che non desidero più pronunziare parole in mia difesa. Non m'importa quale destino sceglierete per me, sono pronto a sacrificarmi per la causa. Pensate invece alla vita che quest'uomo è stato costretto a vivere: è ciò che egli stesso ha definito un inferno. E per colpa di chi? L'entità sostiene di possedere il dono della visione ultima delle cose. Se ciò fosse vero, era consapevole sin dall'inizio che i suoi genitori sarebbero stati uccisi; che il desiderio di incontrare di nuovo la sua ragazza, tragicamente morta nella linea temporale originaria, lo avrebbe spinto ad alterarla; che sarei stato tratto in errore giudicando colpevole un innocente. Se così fosse, non è certo colpa dell'umano aver posto in essere le azioni che hanno portato allo squilibrio cui oggi siamo chiamati a rimediare, forse il più grave nella nostra storia. Fratelli, c'è solo un colpevole qui, e non sono io.