venerdì 13 novembre 2015

#80 – A casa!


(5 febbraio 2015, quello vero, appartamento dell'uomo)

- Buongiorno amore...
- E non chiamarmi così, lo sai che sono diversamente romantica.
- Devo raccontarti una cosa...
- Anche io...
- Inizia tu allora...
- Si tratta del regalo per il tuo compleanno. Non ho avuto un attimo libero in questa settimana, cosa ne dici se oggi andiamo al centro commerciale e scegliamo qualcosa che ti piace? Non ami le sorprese e sono sicura che prenderei qualcosa di sbagliato, come è successo la scorsa volta...
- Ce l'hai con me ancora per quel maglione?
- Non fingere, lo so che non ti è piaciuto. Non lo hai mai indossato...
- Cara, sei tu il mio regalo più grande...
- Smettila, ancora una frase così e mi potrebbe venire il diabete. Inoltre potrebbe nuocere anche al bambino!
- Sei sempre la solita, dovrei prendermela e invece non riesco a non ridere.
- Lo so, mi ami per questo. E tu? Cosa è che dovevi raccontarmi?
- Ho fatto un sogno incredibile.
- Tipico di te, con la fantasia che ti ritrovi dovresti scrivere un libro, altro che continuare a scribacchiare per quei giornalini.
- Credo tu abbia ragione. In fondo, ho già quarant'anni...
- Quasi 41! Il tuo compleanno è domani.
- Ancora non ci credo.
- Neppure io riesco ad immaginare di stare con uno tanto vecchio.
- Certo che è bello essere appena svegli e ricevere tutti questi complimenti dalla donna che ami!
- Dai, smettila. Non dovevi raccontarmi il tuo sogno?
- Sì, ti era successo qualcosa di terribile...
- Ero ingrassata?
- Non essere così cinica: ero davvero disperato! Lo sai che non...
- Fermati subito! Non dire quella frase! In tanti mi hanno detto di non poter vivere senza di me, ma sono ancora vivi, gli stronzi.
- Tanti? Tanti quanti?
- Non cambiare argomento, sei tu che mi stavi raccontando la tua storia.
- Non ricordo come, riuscivo a raggiungerti in un'altra linea temporale...
- Una linea che?
- Una sorta di realtà alternativa...
- Ed ero più bella?
- Avevi i capelli più corti e con dei riflessi viola...
- E scommetto che ero anche vestita come una mignotta. Tutti uguali gli uomini: subito a consolarsi con un'altra, e pure troia, per giunta!
- Non puoi essere gelosa di te stessa, anche se non eri proprio tu. L'altra te era anche finita in galera.
- E bravo il mio traditore, vuol dire che preferiresti stare con una delinquente...
- Tesoro...
- Non chiamarmi così!
- Allora non ti racconto come è andata a finire...
- No, adesso mi racconti tutto!
- Per aver oltrepassato la mia linea temporale, quella in cui eri morta, e raggiungerti in una sorta di universo paralello in cui avrei potuto continuare a stare con te, vengo rapito da un gruppo di alieni.
- Quelli con le antennine verdi oppure i grigi, piccolini e con gli occhi grandi grandi?
- Mi stai prendendo in giro, vero?
- Un pochino! Dai continua, scemo...
- Assomigliavano alle divinità dell'antico Egitto ed erano vestiti di bianco. Alla fine, faccio deporre il loro capo, ristabilisco l'equilibrio nell'universo e torno sulla Terra da te.
- Bravo il mio eroe, visto che c'eri, non potevi portare con te qualche mummia o papiro? Li avremmo potuti vendere ad un museo.
- Dai! Non trovi che sia un sogno strano?
- Secondo me vedi troppi film di fantascienza...
- Sempre meglio dei porno...
- Che permaloso che sei. A proposito, lo sai che noi donne incinte...